Meravigliosa creatura

“Ma tu sei meraviglioso ?”. Con questa domanda, stasera, un amico da cui ho sempre da imparare, mi ha squarciato il velo del cervello. Non saprei dare una risposta. La cosa però che mi angoscia è il dubbio di non aver mai a sufficienza esternato l’affine affermazione di meraviglia a qualcuno. Sul meraviglioso e le sue sfumature, abbiamo chiacchierato durante una cena a tema, con le nostre mogli e i nostri figli che ballavano spensierati. Con altri amici e il titolare, dalle unghie col smalto ed una certa abitudine frequente a sistemarsi i gioielli di famiglia.
“Meraviglioso è accogliere un bambino che non è meraviglioso. Mia mamma è meravigliosa”. Questa frase, detta da una delle ragazze disabili che questo amico segue con i suoi progetti, prima del dessert, mi ha stroncato. Un capolavoro di genialità disarmante e di verità cristallina. Di quelle che si fanno attraversare senza rompersi.
“Cos’è lo stupore? Il rumore della felicità.” Oppure “Stupore è felicità ad alta intensità”. Certe frasi raddrizzano la giornata e ti convincono che i depositari della Verità si nascondono al mondo, lo fuggono travestendosi da errori oppure scarti. Si conferma la teoria dell’inutilità dell’inutile. Le perle si confondono nella quotidianità e sono all’apparenza sgraziate come la ragazza di Vermeer, non quella famosa, attorno alla quale si crea una mostra, ma l’altra, quella bruttina, sognante e domestica, meravigliosa nella luce della sua camera.
Jan Vermeer, Ragazza col filo di perle, 1662-65 circa .

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