Gramsci e don Milani votano per la scuola dei preti.
Nel referendum ( consultazione ) di Bologna ha vinto la A. Quindi basta contributi alle scuole private (cattoliche se vogliamo arrivare al sodo del problema). L’ingombro “cattolico” è una zavorra che riemerge un po’ ovunque, anche a casa nostra, quando l’identità della nostra terra si palesa. Una storia che ha tonalità diverse, ma si ripete. Partiamo dal nucleo del problema, a monte di tutto: va risolto l’handicap dell’ideologia, impermeabile alle idee. L’ideologia sta logorando un cambiamento che è solo in gestazione e a valle raccogliamo tentativi incompiuti, inutilità e tempo perso. Pensiamo al futuro. Lo Stato, quest’entità che ci sovrasta ma che in realtà ci dovrebbe appartenere, non può, e non deve, provvedere a tutti i nostri bisogni. Dobbiamo pensarci noi, e lo dobbiamo fare al meglio. Per raggiungere questo dovremmo consolidare la convivenza civile delle idee. Invece siamo tra due blocchi. In uno c’è un omino solo al comando, al potere, tra grane giudiziarie e fiatone da fine corsa, nell’altro un marasma di idee che hanno la presunzione di essere assolute e di essere uniche. Una convivenza impossibile. E così lo Stato non si rinnova. Una scatola vuota. Così lo Stato rimane lontano e non è ciò che è: la Comunità degli Italiani. In questa riflessione odierna, posso affermare con molta pace che lo “Welfare State” non è più sostenibile, per costi, per inefficienza e per anacronismo. Ma torniamo alla scuola. Quella paritaria costa meno della pubblica e garantisce gli stessi risultati. Può essere inaccettabile l’idea che non ci sia una scuola uguale per tutti…. Si può anche sognare che la diversità di una scelta faccia crescere tutti. E poi, le cose fatte da ideali forti ( anche dai vituperati preti ), vengono fatte meglio, nella libertà di scelta ovviamente. Ideali, non ideologia. Allego il link (http://www.chicago-blog.it/2013/05/24/referendum-scuola-a-bologna-friedman-gramsci-e-don-milani-votano-b/) presentatomi da un amico neoliberista, che con sagacia mi porta sempre al sodo del problema: i soldi ci sono o no? Non ce ne sono più. Si possono trovare certo, ma si possono anche usare diversamente e meglio. Aspetto con ansia la decisione del buon sindaco di Bologna, stretto tra l’ideologia anticlericale e chi presta un servizio che dovrà poi ricadere completamente ( se le scuole chiuderanno o manderanno a cagare la rossa amministrazione bolognese ) sulle casse comunali dissanguandole….Uhmmmm non vedo l’ora di conoscere il verdetto.