Chi sono

CHI SONO #PART2

Alcuni benefattori mi hanno consigliato di aggiornare la pagina in cui mi presento. Sono cambiate molte cose in effetti. L’eterno studente ha raggiunto una tappa, e ora, grazie alla laurea, insegno letteratura e arte da quattro anni. Mi sembra una vita. É bellissimo. Mi sono iscritto alla facoltà di filosofia nella speranza di non farmi risucchiare da tutto le cose che vanno fatte e studiate per essere un docente. Quando vedo mia madre, che sta per spiccare il volo oramai, riempirsi la bocca con la parola professore, mi fa una grande tenerezza. Mi fa anche un po’ impressione. Mi sembra l’eco di un presagio nefasto. Ho voluto esserlo per anni, ed ora…

Le mie figlie crescono, c’è chi ha messo su famiglia e sono anche nonno di due meravigliose creature, ma il nome e la loro foto rimarranno soltanto mie.

I miei geitori invecchiano ed io con loro.

Insegno, studio, faccio il papà e il nonno, amo Debora come trent’anni fa, anzi, forse di più, e scrivo alla rinfusa confuse parole che cercano un segno dal cielo per tornare a casa loro.

La mia esperienza di accoglienza in una casa famiglia, come figura genitoriale, continua, con meno slancio ma più saggezza: un altro frutto del Tempo, che divora i suoi figli, ma a volte lascia qualcosa di vero tra i resti e le ossa.

Il blog lo tengo per farmi un dispetto. Resistere, resistere, resistere all’anonimato e all’oblio. Ma lo voglio fare da solo, senza un pubblico, senza gloria. A me piace così.

 

CHI SONO #PART1

Io sono nessuno. Con questo proclama, una naufraga del web, come il sottoscritto, ha lasciato un segno nella pagina bianca che, sino a poco tempo fa, mi “non” presentava nel blog. Grazie. Un monito di cui farò tesoro. Sempre.

Questo mio status, questo non essere, va pur presentato. Andiamo, seguitemi. Sono nato in un villaggio di poche anime sperduto nella pianura veronese. Una chiesa, quattro case, più animali che esseri umani. Un posto così insignificante da essere sconosciuto ai più. Ma a quel nulla devo molto. Studi regolari, famiglia semplice ed unita, poi l’università. Il primo a varcare la soglia del destino contadino impostomi dal mondo. Il curato del paese, uomo generoso ma rimasto molto indietro, un giorno, davanti alle mie velleità di conoscenza, mi riportò alla terra dicendomi: “Chi viene battezzato con l’acqua del fosso, puzzerà sempre da fosso”. In dialetto è più bella. Da sempre ho vissuto questa frase come una condanna. Col tempo ho imparato ad apprezzarla.

Eterno studente, da anni devo concludere la tesi di laurea in storia dell’arte moderna.

Sposato con 4 figlie naturali ed un’altra, donata dal cielo, made in Etiopia. Cristiano per diletto, cerco ogni giorno un motivo per meritarmi la mia personale professione di fede. Sono quasi sempre deludente, ma il mio Capo è misericordioso o forse distratto.

Durante gli studi la necessità, l’urgenza di buttarmi nel mondo. Non per conoscerlo ma per salvarlo. Probabilmente sono stato forgiato dalle agiografie infuocate che il parroco, durante i lunghi vespri domenicali, tratteggiava nelle prediche estenuanti. Eroismo, dedizione, servizio, fedeltà. Mi hanno fatto credere, quei ritratti di santità, di poter veramente cambiare le cose.

Dopo la maturità parto per l’Africa. Fantastico, un viaggio interiore stupendo. Cento giorni nel silenzio più fecondo.
Poi il ritorno a casa, la crisi tardo adolescenziale, le domande che scagliano nel sovraumano e la decisione di fare un’esperienza di volontariato e di accoglienza presso la Comunità Papa Giovanni XXIII. Voracità ed incoscienza hanno segnato l’inizio del mio cammino.

La comunità diventa la mia seconda casa. Lì conosco la compagna con cui metterò su famiglia, Debora. Ci sposiamo nel 1997 e poi un tripudio di vita. Gioie, dolori, fatiche e tanta riconoscenza. Lei è il mio angelo. Mi fa lievitare il necessario per non perdere la testa e mi riporta subito a terra per non perdere il cuore.

Nel 2004 inizia la nostra esperienza di casa famiglia. Lei infermiera ed io un’esperienza nel sociale in ambito educativo, in particolare nella tossicodipendenza.

Da quel momento vari traslochi sino ad arrivare alla casa attuale, costruita con Debora. Masso dopo masso, dettaglio dopo dettaglio. Poche parole per descrivere la nostra casa famiglia. Un video è più che sufficiente.

Nel 2011 l’impegno amministrativo, prima come consigliere comunale, poi come assessore alle politiche sociali. Duro, sicuramente, ma ricco di insegnamenti. Un bagaglio che mi aiuta a vivere su questi pianeta. Un’esperienza da gustare con moderazione e sicuramente a termine.

Vari progetti, per bambini, famiglie, drogati e pazzi ( amo le parole piene, gli eufemismi e tecnicismi sono scialbi ).

Progetto Banca della Speranza dal 2011.

Le mie passioni. L’arte, in particolare quella contemporanea, impressionismo e i contemporanei Bacon, Freud, Sutherland, Richter. Poi la poesia, sia leggerla che scriverla, la letteratura noir, il realismo magico sudamericano e la scrittura in genere.

Mi sono dilettato nella scrittura ed ideazione di un cortometraggio e in altri progetti, che condivido in un’altra pagina.

Questo non è un CV, può bastare.