25 marzo

Mia figlia è una mamma dagli occhi trasparenti:
quando guarda le sue bambine, scroscia dolcezza
come se fosse marzo dopo un ruvido inverno.
Ha tolto il velo che la proteggeva dal sole rovente,
ha affrontato luglio spavalda, avida e sfrontata.
Da piccola era già mamma, facendo la spesa
giocava coi pacchi di spaghetti,
li accudiva, li accarezzava,
li deponeva dolcemente nei sacchetti.
Mia figlia è una madre principiante, senza patente:
si addormenta, corre, ride sguaiata e al buio piange.
Ha nel cuore sentimenti grandi che nasconde;
quando la vita, col suo furore, le dà uno scossone
qualcosa cade in lei e nel mondo c’è un gran rumore.
Mia figlia ha preso una strada in salita,
sbuffando arranca con allegria,
col suo zaino pieno,
con la robusta leggerezza e la pia incoscienza
di chi cerca di risolvere,
nella vita, tutto con l’Amore.
È tornata nel rotondo del nostro cuore
dopo che ha dato un’occhiata in giro,
forte di tutto lo spavento e la fragilità
che è stata mia, nostra, di mamma e papà.
Mia figlia ha tanto da dare,
lo dimentica a volte, oppure lo nega.
Quello che fa, lo fa col cuore di chi si ostina
a camminare grondante sotto la pioggia,
di chi scrolla l’inadeguatezza ogni mattina,
di chi vede oltre ogni convenienza,
per fare e disfare e per poi rifare.
La mia bambina è una mamma
piena di speranza, senza “para” particolari
che attende il “delivery” delle occasioni.
La mia bambina è una mamma brava,
e non gliel’ho detto mai.
La mia bambina è una donna forte
e conosce la differenza abissale
tra il “vero vero” e il “non si sa mai”.












