Transizioni
di michelecasella
Ad un certo punto ti accorgi che tutto passa e navighi senza saperlo. Non perché lo dice Sgalambro, Eraclito o le istanze della consolazione. Questa cosa diventa tua perché l’inutile, come scrivere un blog, si muta in occasione da non perdere, in viaggio. La transizione si veste a vita, perché cambia la disposizione del mobilio che arreda l’anima. Le creature che hai accompagnato al mondo sono abbastanza grandi da continuare da sole, sono ottimi mozzi senza aver loro insegnato un solo nodo, e te ne fai una ragione incensando di nostalgia i ricordi. Le cose per cui hai combattuto, in questa traversata, non sono mai valse del tutto la guerra. Le alchimie dell’uomo e del potere, le piraterie, le sortite clandestine, alla fine, dall’irritazione profonda che procuravano, oggi, dopo questo viaggio, fanno sorridere, divertono nella loro grottesca ed animalesca goffaggine. Siamo schiuma che bagna la china e ci crediamo Venere. Un mare immenso ed oleoso di umanità, di attese, di speranze, di fallimenti, di “non detti” e di singoli ed inconsulti atti d’eroismo. E tutto naviga e scorre, romanticamente nell’attesa dell’approdo. E nulla sta mai fermo. Come sunto di questa considerazione nautica, la stessa barca, vista in due stagioni dell’umanità, il romanticismo, con Caspar David Friedrich
ed una rielaborazione di Claudio Parmiggiani della stessa opera, presso la collezione Maramotti (http://www.collezionemaramotti.org) di Reggio Emilia. Buon viaggio