Grato a Michela Murgia

di michelecasella

Venerdì 15 marzo 2024

Ho scoperto Morgana, un podcast di Michela Murgia e Chiara Tagliaferri. L’ho intercettato su Spotify. La benedizione della casualità, smanettando nella rete immerso nella noia, ho incontrato una luce, sono inciampato in qualcosa di prezioso. La cosa che mi emoziona è ascoltare la Murgia sapendo che non c’è più. Anzi, che è altrove, non qui, ma sicuramente diversamente “viva”. Per questo parlerò di lei al presente.

Non sto qui a tessere l’elogio della Murgia, non ne ha bisogno. Ma mi piace pensare a come la parola sopravviva al nostro corpo, sia l’estensione del nostro io. Le parole come atomi che compongono la nostra persona. Questo assemblaggio del nostro io avviene con parole nostre e con parole altrui, che ci lambiscono, urtano o accarezzano. Noi viviamo nelle parole e non nell’esserci fisicamente. Le parole della Murgia, la sua energia, la sua materna intelligenza che, grazie all’ironia e a una forza interiore che invidio, batte e raddrizza. La Murgia è come le donne di una volta: fa tutto quello che fanno gli uomini, i padri, e poi si occupa di tutto il resto (perdona Michela questa ovvietà e perdona la mia confidenza). 

La Murgia, Michela Murgia, è una delle più grandi menti del secolo in cui anch’io vivo. Ma senza preoccuparmi di esagerare, penso di poter affermare che è il più grande cuore che ha pulsato in Italia. 

Ascoltarla mi dà la forza di non ripetermi, di non crogiolarmi, di non fermarmi ai pensieri comodi e alle opportunità più digeribili. Ascoltarla mi lascia sempre qualcosa di nuovo e di insostituibile. Ascoltarla è vivere consapevolmente l’esperienza della crescita interiore. Anche le domande che mi faccio dopo che le sue parole mi hanno destato come un fischio, hanno un sapore diverso. Con lei non si mastica banalità.

L’ho vista a Mantova, al Festival della Letteratura, anni fa, al bar con un’altra persona, a prendere un aperitivo. Aveva un vestito bellissimo, di quelli per cui serve coraggio. Lei ne ha tanto. 

Non aggiungo altro. Grazie Michela.