Vallorz la pittura e il tatto
Ho visitato per caso una mostra di Paolo Vallorz. Per caso non del tutto. Alla fine del mio solitario pellegrinaggio nei saloni del Mart, mi sono reso conto che la mia “natura” ha sentito il richiamo dell’arte “terrena”, dell’arte “Naturale”. Diciamo che ero al Mart per i capolavori impressionisti e post-impressionisti provenienti dal Musée d’Orsay e per decidere qualcosa in merito alla mia tesi di laurea e vagando mi sono imbattuto in questo pittore che ha la stessa età di mio padre. Un incontro molto fecondo, per la mia visone dell’arte e per il mio rapporto con la flora, la fauna e il paesaggio che maturando si è addomesticato. La sua è un’arte che si tocca. É corteccia dipinta che sfrega; capezzoli femminili turgidi che lambiscono la pelle; le setole del maiale graffiano l’apparato sensibile. I suoi quadri, la sua stesura, hanno il senso del tatto. Le sue immagini non si vedono, ti toccano e sembra di sentirne la scorza, la durezza, la consistenza. Un segno che si perde in continuazione nella memoria e si ritrova nell’orma che la natura ha lasciato nel nostro vissuto. La sensazione che si prova osservando il tratto denso di Vallorz è come se osservassimo ogni mattina i nostri ricordi in uno specchio lattiginoso. Mi hanno colpito molto gli alberi e i busti femminili. Sono temi che si rincorrono. La nervosità insieme alla dolcezza delle curve, una vitalità robusta e matura in ogni caso. Merita una visita. La donazione Vallorz al Mart dal 02 luglio 2011 al 13 novembre 2011.