Dio non esiste, Dio c’è

di michelecasella

Il tema, il protagonista è Dio. E lo presento con una mia breve, spero intensa, testimonianza. Si, testimoniando, come ad un processo di un latitante. Lo faccio perché a volte vanno puntati i piedi. Assolutamente mai per opporsi a qualcuno. Non sono venuto certo a salvare o condannare nessuno. I piedi vanno puntati per evitare di farsi inglobare dal magma informe della consuetudine. Il dubbio, uno dei miei diletti più grandi, quando sposa la consuetudine, diventa devastante, diventa noia. Tutto qua. Il titolo è impegnativo e merita una trattazione decisamente più articolata. Magari non in un blog di campagna. Che mi frega! Alla fine lo scrivo per me.
In questi mesi molti miei amici, conoscenti, sono stati investiti dalla crisi della consuetudine ed iniziano a vivere i punti forgianti dell’esistenza con la stessa passione con cui si affronta una minestrina riscaldata. “Ma Dio esiste….?”. “La Fede come la viviamo è un inganno ?”. Cominciano a farmi domande, ad inviarmi documenti “segreti”…. vogliono verificare la solidità delle mie certezze e la veridicità della mia Scelta ( la “S” maiuscola non è casuale ). E temo che la cosa che desiderano sia la mia caduta. Poi ci sono quelli con buone intenzioni, i più pericolosi. Tutti ad osservare, con un periscopio, immersi nell’idea crescente che credere, l’aver fede, sia una sciocca abitudine nata da una tradizione, da un insegnamento malato impartito arbitrariamente nelle parrocchie, una dottrina imposta perché è mancata un’alternativa. Se si vive questo…….. Meglio un ateo libero che un credente schiavo della consuetudine, della non scelta, schiavo delle alternative mancate. Meglio un senza dio che un fedele per noia. Sgomberato il campo, arriviamo al “dunque” del post. Dio non esiste.. Dio c’è. Non è una contraddizione. No, non lo è. L’esistere è altrove. L’esistenza può essere supposta, raccontata, dimostrata, ma non toccata. L’esistenza è la figlia non nata di una domanda. È qualcosa di intellettuale. Quindi Dio non può esistere. A che cosa mi serve sapere che esiste l’America se non la potrò mai vivere, sfrecciare con la mia vecchia moto sulla Route 66, visitare la Grande Mela, fare il bagno nel Pacifico…..a cosa serve sapere che esiste tutto questo, se non può essere mio?
Invece Dio c’è, c’è perché è dentro di me, perché è la mia forza. Ed io ci sono e la mia forza mi fa scrivere. Non è un qualcosa piazzato altrove, è vivo come lo sono io, non è né apparenza né finzione. É silenzio che diventa parola, è un imperfezione che riesce a sorgere a luce, è un Senso a tutti i sensi del mondo. Come dirlo, come convincere qualcuno che l’America esiste se non crede che possa esistere o non vuole crederlo e se per crederlo deve toccarla? C’è da attendere solo che Dio faccia visita, venga ad abitare con l’uomo. La fede è un dono fatto ad una persona un dono fatto da Dio ad un “amico”. Se un uomo non l’ha ricevuto, significa che non è ancor giunto il momento della festa e non si sono fatte le presentazioni. Oppure alla festa non ha voluto andarci…troppo noiose le feste…. .Pace per tutti, per chi questo dono lo ha, per chi l’ha avuto e per chi non ce l’avrà mai. É così. L’incontro con l’assoluto è fatto di occasioni. Speriamo che la prossima coincidenza sia quella giusta. E se a qualcuno sono cadute le cataratte della schiavitù della fede ed ora sta meglio, sono felice per lui. Gli auguro coerenza, perché è difficile essere coerenti. Gli auguro anche felicità. E per chi crede di non aver bisogno di Salvezza, buona fortuna! Bene! Ho finito il mio sermone. Ma non voglio fare nessuna battaglia di evangelizzazione. Ed allora…perché pensarlo, perché scriverlo. Ho le palle piene di chi mi vomita addosso le proprie crisi mistico-esistenziali, con prove, argomenti dettagliati ed inoppugnabili…….. Non ho bisogno dei dubbi altrui. Per sbagliare bastano i miei. Il dubbio mi accompagna per crescere nella prudenza, nell’indagine. La fede, il mio rapporto con un Dio che sento fermamente mio, da cui mi sento amato e salvato prima che io possa fare qualsiasi cazzata, è un dono che non ha prezzo e si pone su un altro livello, non speculativo, non emotivo. Un livello che non parla la lingua degli uomini. This is my way… sia chiaro che ogni strada è buona, basta camminare….io sulla mia, ognuno sulla propria.
Ad ognuno la sua …. con l’augurio di ritrovarsi un giorno, tutti insieme, alle pendici del Grand Canyon, dopo una giornata in moto, stanchi e sudati, ma felici perché quello spettacolo non solo esiste, ma c’è.