Dall’Ungheria col furgone: l’ispirazione vien dal peggio

di michelecasella

Oggi finché il caldo cercava di farmi colare, tornando con il mio furgone da kossovaro in trasferta, ho avuto un’illuminazione. Una lampo di giacinto ed oro mi ha abbagliato ed una voce mi ha investito: “Devi scrivere un libro”. Un comando Divino. A dir il vero alcuni me lo consigliano scherzosamente da tempi non sospetti, ma ora ne sono convinto, sono pronto, sono abbastanza impudente ed incosciente per farlo. Lo faccio perché ho bisogno di evacuare un po’ di vita che mi si è accumulata polverosa nella memoria. Ingombra e questo non va bene. Lo farò perché ho caldo, perché sono sudato come un facocero in una sauna, e voglio fare un viaggio in quel paese che mi assomiglia tanto. E non ho nulla da perdere. Temo un blocco intestinale della creatività e dei miei desideri. Non voglio che un giorno, senza accorgermene, sazio del niente, correre pure il rischio di buttare tutto, preso da un raptus riordinatore e cieco. Anche la vita si accumula. E i vascelli vagabondi sono pronti per il trasporto, per il viaggio. C’è chi la Vita la vende, chi ne fa utilità filantropica, chi la feconda, chi la sgombra senza alcuna pietà e tanta rassegnazione, come si fa con le cose inutili nei giorni prefestivi. E poi c’è chi la canta. Mentre pensavo a tutto questo, con la mia solita faccia da ebete, un camionista ha iniziato ha strombazzare ferocemente, non mi sono accorto che preso dalla mia deriva filosofica facevo i trenta allora sulla statale che porta verso casa, una statale di fuoco e sale. Mentre il tir di 18 metri mi superava e il placido camionista smoccolava in ungherese, ho notato che l’omino dall’autoarticolato, con il braccio destro eseguiva un movimento da interpretare…… dai, credici, provaci, non pensare al come, metti giù una tua storia….Poi il buon senso del socio ACI che c’è in me mi ha riportato alla realtà: forse, il buon magiaro scazzato, mi ha semplicemente mandato a fanculo. Il mio primo trainer letterario un camionista che mi manda a quel paese: già questa è una storia. Fra un annetto ne riparliamo, sperando nel frattempo di non venir travolto dal giudizio divino e dal furore degli autisti in canotta. Notte….