L’insostenibile leggerezza di Silvio
di michelecasella
In questi giorni stiamo assistendo ad una rappresentazione teatrale della cronaca italiana conforme alla tragedia greca. Il nostro eroe, tradito dalla sua schiera di ottimati, si avvia lentamente all’estremo sacrificio. Nella solitudine e nella tragicità della condizione umana. Che bello se fosse del tutto vera questa descrizione della scena. Non è così. In realtà il nostro eroe sa farcire abilmente la tragedia con la macchietta da commedia erotica degli anni 70. Ricordate Banfi, la Fenech, Alvaro Vitali. Il nostro Silvio è capace di compendiare tutte le sfumature dell’umanità nella sua persona. La tragicità personale della sua condizione, e purtroppo anche della nostra, si amalgama amabilmente con “forza gnocca” e con sbalorditive affermazioni di negazione della realtà “istituzionale”, le solite dissertazioni da “bar sport” per capirci, soprattutto in merito alla frequentazione dei ristoranti da parte degli italiani. Povero Silvio vittima della sua stessa leggerezza …. speriamo che non finisca soffocato da una grassa risata o da uno scorreggia. Siamo alle comiche finali disse un “suo” vecchio amico. E se deve cadere, speriamo non si faccia male.
Il problema non è solo Berlusconi ma sono tutte quelle persone come Formigoni,Sacconi,Lupi, e tutte quelle persone compresoi prelati che lo hanno sostenuto fino ad ora, magari per far carriera o per spillare qualche contributo.
La tragicità della sua persona è vero è anche la nostra o meglio per chi se lè voluta.
Io nel mio piccolo mi sono impegnato attivamente per molti anni ha denunciare questa incapacità, non ho fatto come altri che si sono sotomessi alle volonta del capo.
Questo non vuol dire che mi voglia giustificare, ma voglio solo chiarire che non mi sono tenuto le mani in tasca per paura di sporcarle, purtroppo oggi devo costattare che tanti hanno fato questo.
Mi sono sempre identificato ho sempre detto da che parte stò, non mi sono mai nascosto, questo secondo il mio modesto parere, bisogna avere il coraggio di fare, è troppo comodo dare adesso tutte le colpe a Berlusconi.
Sono d'accordo. C'è bisogno di un nuovo “risorgimento Italiano”, morale, politico ed economico. Per farlo vanno cambiate le persone e le regole del gioco. Sta a noi crederci e lavorare per questo.