Nebbia in Padania
Devo confidarvi che in questi giorni sto attraversando una delle mie più grandi disillusioni. Non a causa del lattiginoso velo che sta coprendo la nostra pianura. Sono affranto, sono distrutto, sono disorientato. E la colpa è della Lega, la Lega Nord per essere chiari. Devo riconoscere che non digerisco bene la ruvidità della loro comunicazione, grossolana, a volte demagogica, senza prospettiva. Ma devo ammettere che hanno le idee chiare. Poche, ma ce le hanno. E questo negli anni scorsi è stato premiato. Non mi piace neppure questo folclore celtico tra ampolle e salsicce, tra dialetti disparati e turpiloquio, rigorosamente in Italiano, per farsi capire da tutti . Ma su certe cose, su certi temi caldi, devo ammettere che incontravano la mia approvazione: il federalismo, la salvaguardia delle identità locali, la questione morale ( concetto della sinistra che la Lega ha tradotto nello slang da Bar in modo efficace e diretto ). Bene. Sono distrutto perché anche la Lega si è venduta. Si è venduta all’opportunità, per i propri interessi. Che cosa mai avrà promesso Silvio ad Umberto affinché venisse salvato il culo di Cosentino? La risposta a questa domanda non ci riporta nella Prima Repubblica, tanto odiata dal giovane Umberto: ci scaraventa invece negli intrighi del Senato Romano, di quella Roma imperale, Caput Mundi, di duemila anni fa, morta soffocata dalla corruzione e spazzata via dai barbari “padani”. Che tristezza. La dignità della Lega svenduta per salvare un “terrone”, forse camorrista. La storia non finisce mai di sorprendere. Mi auguro che quei Leghisti, persone per bene che conosco e che amano la loro terra, difendano almeno la loro dignità e lascino il vecchio Umberto ai suoi deliri. Faccio questo appello ai leghisti: farete la fine della Democrazia Cristiana, con la differenza che loro erano corrotti, voi sarete pure ipocriti. Il povero Umberto va a dire che la Lega non è forcaiola! L’Umberto furioso ha perso la memoria. Il cappio in parlamento ce lo ricordiamo tutti. Speriamo che qualcuno, tra i leghisti, abbia i “Maroni” per distinguersi, per essere “leghisti veramente”. Nel frattempo avanziamo nella nebbia con prudenza con il motto più padano di sempre: a Cosentino, ai ladroni romani, a tutti…..”andè in mona!”