Mantra omofobico

Non voglio parlare delle persone omosessuali e della loro sacrosanta libertà di far quel che vogliono in camera da letto.
Non vorrei parlare della famiglia, progettata dalla Natura, che l’uomo vuole distruggere, vuole manipolare, vuole piegare.
Non voglio parlare della polemica che frulla l’ordine e libertà individuale, amo troppo la pasta per non mangiarne.
Non voglio parlare delle fobie mie ed altrui, non è più tempo di confronti.
Non voglio parlare delle verità supposte che alla fine sono solo opinioni, e della lesa maestà al “Pensiero Unico”.
Non voglio parlare di chi é uomo solo quando é “social”.
Non voglio parlare della confusione che si fa quando scarseggiano gli argomenti.
Non voglio parlare della pubblicità gratuita che tutto questo ha portato, per non urtare la sensibilità di chi la pubblicità se la paga.
Non voglio parlare della coerenza, che senza l’innesto della vita è solo una parola, un rutto che collega uno spritz all’altro.
Voglio invece parlare di una coppia di fatto che deve governare l’Italia, ma non è facile, non si può andare “contro natura”,
Vorrei parlare di un vecchio avido inseguito dalle sue colpe, che nel tentativo di distruggerle, affonda il paese,
Vorrei parlare di Matteo che i crede troppo, di Enrico che dovrebbe crederci di più, di Silvio, che purtroppo ci crede ancora, dell’Italia che non crede più a nulla.
Vorrei parlare dei traditori e dei responsabili, dei falchi e delle colombe, di chi sorride e di chi si incazza, delle divisioni di un paese che sta morendo.
Vorrei parlare del lavoro, che non è più un diritto, di futuro, solo un’incognita, di speranza, una parola oggi fuori moda.
Vorrei parlare delle idee, quelle che lasciano trasparire le persone, la loro vita, i perché e non della banalità di un pregiudizio,
Vorrei parlare con Dio, ma non ci sente da tempo e non mi ha neppure mandato una cartolina.
Vorrei parlare di tutto questo, ma ho sonno, sono le quattro ed ho un po’ di veleno. Mi affido a Gaber e spero di sognare.