28 gennaio 2023
di michelecasella

Da bambino avevo strane sensazioni. Mentre giocavo, all’aperto, nei pomeriggi assolati d’estate, mentre mamma e papà si riposavano al fresco dopo pranzo, sentivo le cose cambiare. Voglio precisare una cosa: la mia era una sensazione fisica. Nulla di filosofico, sciamanico od altro, almeno credo. Avevo la sensazione, anzi, la percezione, che le cose che mi circondavano, nel cambiare stato, facessero un rumore, un vibrazione ed io la sentivo. Sentivo il rumore della foglia che si secca, del filo d’erba che cresce, del grillo che cambia, invecchia, muore, Non avvertivo gli effetti di uno spostamento, ma il procedere del cambiamento, il flusso della vita. Lo ricordo molto bene. Ero presente e la mia presenza era viva nel Tempo. Dopo una corsa, inseguendo una lucertola od uno dei cani della nostra fattoria, mi fermavo, improvvisamente, per sentire il sangue pulsare nelle vene, il cuore muoversi, le ossa allungarsi. Suggestioni di un bambino di cinque anni. Può darsi. Ma il ricordo di quella sensazione è chiarissimo. Poi? Poi ho smesso. Non ci ho fatto più caso, non mi interessava più. Volevo giocare con la palla, imparare ad andare in bicicletta, guardare la TV. L’esperienza del cambiamento che il tempo genera in ciò che vive, ha lasciato un’impronta ed ogni tanto ci inciampo. Molto nitida è la sensazione della luce, come questa entrasse nelle cose, nel mio corpo, nelle piante. Chiudevo gli occhi e la luce spingeva per entrarvi. Una sensazione pervasiva che mi faceva sentire in parte violato, in parte accolto. Ripensandoci oggi, mi faceva sentire “facente parte”. Le parole purtroppo non bastano.