michele casella

Diario minimo

Pioggia Viola sulla via della Gabbia

Pioggia viola, oggi senza acqua, da un cielo sorpreso, tra nuvole incerte che accarezzano un sole timido. Pioggia Viola nel pensiero, nelle sofferenze inflitte per distrazione, per inerzia, per virtù. Alle soddisfazioni del mestiere. Pioggia Viola tra le note, del vento tra le frasche. Voce calda, tra rane e grilli sopravvissuti, nella campagna non poetica ma fertile, feconda ma senza vita. Pioggia viola sulla strada per la Gabbia, in fuga dagli impegni, con la mia ragazza, con l’aria a stirarmi rughe e lacrime di velocità. Pioggia Viola per l’ispirazione, per il ritardo, per l’assenza….per te. Pioggia Viola su un’amicizia che finisce, per un’altra mai iniziata. Amica mia, lascia che ti conduca a ballare nella Pioggia Viola, lasciala cadere, inesistente fuori, bagnata e graffiante dentro, nel profondo, nell’insondabile, nel mio, nel solo mio. Lasciala cadere, la Pioggia Viola, dalla schiena…..tra il profumo pesante dei gelsomini, la litania delle vecchie a maggio, l’attesa per il domani. Pioggia Viola, per il Principe, stasera, sulla via della Gabbia, senza continuità e senza ritorno.

Alla pioggia…

La notte é più tiepida, lontano dal brusio della gente. L’aria ha un altro sapore quando la pioggia lava via le complicazioni e gli inganni. Ho male ai piedi e sono stufo di sorridere. Il sonno é lontano e manchi ancora all’appello.
Se hai un momento fatti sentire.

Le occasioni mancate

mi accorgo che spesso passo del tempo a prepararmi per delle occasioni e poi , sul più bello, quando capitano, mi distraggo, non ci sono e se ci sono, dormo senza sognare. La cosa mi deprime un po’. Possibile che non riesca a farmi trovare al posto giusto nel momento giusto? Nessuno me lo ha insegnato. È un destino il mio…. l’inopportuno mi porta lontano dal bersaglio, dal fare centro. Così perdo perdendomi. Che fare? Tutto forse viene governato dal caso? Siamo convinti di un regia che in realtà è muta per il fatto stesso che non esiste? Che ne sarà di noi e del nostro transito terrestre? Caro Battiato oggi ho bisogno di un un’opportunità permanente su cui fare centro………che cosa resterà di me delle mie occasioni perdute?

Caro Presidente Le scrivo……

Gentile Presidente della Repubblica Italiana Saltiamo le presentazioni. Troverà ogni mio dato sulla busta con cui le spedirò questa lettera. Mi rivolgo a Lei perchè voglio beneficiarla dell’ultimo residuo di fiducia che mi rimane. In questi giorni assistiamo impotenti al naufragio titanico ( alla faccia delle ricorrenze storiche…) della credibilità dei partiti e della politica. Sento la necessità di vomitare questo pensiero, questo scritto con l’unica speranza poi di star meglio una volta evacuato. La cosa che mi fa male è l’imbarazzo che si prova nel sentirsi italiani. Ci sono centinaia di studi, lo so, sul “non nazionalismo” de “noialtri”, sul nostro disfattismo, sul nostro essere critici e nello stesso tempo patetici. Ma la cosa che fa ancor più male è il constatare impotenti il ricorrere delle situazioni che concimano questo imbarazzo. Lei L’Italia l’ha vista per un bel pezzo. La conosce meglio di me, povero consigliere comunale di campagna. Ma quel che so per certo è che quelli che oggi rubano sono quelli che un tempo agitavano le forche, chi ora urla temo che tra qualche anno, al potere, farà la stessa fine. Questo caro Presidente è ciò che mi dilania: La certezza che tutto sia una rappresentazione tragicamente reale della realtà. É la ruota inarrestabile dell’uomo corrotto dal Potere. La fine della prima e della seconda repubblica è la conferma storica dell’impossibilità stessa per il politico italiano ad essere coerente. Ma non è il Potere corrotto di per sè. É la natura stessa del Potere che corrompe l’uomo. Il Potere, per i scarsi bocconi che ho potuto mordere nella mia vita, modifica il dna del carattere di una persona. Prima cosa fa sì che una persona si sganci dalla realtà. Non respira più la sua aria e ciò lo porta ad un’asfissia della propria coscienza e ad una deriva che è inesorabile. Pochi rimangono adesi alla vita reale. La sensazione mia è che gli uomini potenti che appaiono sereni e completamente immersi nella realtà, stiano invece fingendo con maestria. Il Potere addestra alla finzione. Non mi rivolgo a Lei, ovviamente. Il Potere non ha pensiero; è uno scontrarsi più o meno violento di forze “acefale”contrapposte. Non può che essere così. Questo spiegherebbe molte cose. Spiegherebbe l’impulsività del Potere, la stupidità del Potere, l’indecoroso spettacolo che il Potere dà quando viene smascherata qualche sua infamia. Il Potere non ha memoria, per questo la storia si ripete. Il Potere crea la legge per soggiogare gli onesti e nell’economia ha trovato lo strumento per affamare e fidelizzare l’uomo che si procura il pane. Signoraggio, crisi economica, tutto sembra orchestrato a tavolino per renderci schiavi. E i comici, da pungolatori del Potere si stanno improvvisando domatori maldestri della “bestia”. Ma la bestia è dentro l’uomo e non fuori. Non c’è più l’ideologia che distingue un uomo da un altro, c’è la diversità di lunghezza del laccio che lega ognuno di noi al Potere. Tutti ne siamo succubi. Anche Lei caro Presidente. Non è vero che ci sono gli onesti, o meglio ci sono, ma sono inclusi in bolle d’aria in cui non si decide nulla, bolle fluttuanti, fuori dal mondo. Gli onesti sono degli alieni espulsi fisiologicamente dal Potere. Il decidere per gli altri ti mette in una posizione di pericolo, di esposizione al contagio. La tensione a diventare “superuomo” si innesca con l’incontro amoroso, con la bramosia di copulare con il Potere. Come fare? L’anarchia? No….. moltiplicheremo i centri di Potere e la contrapposizione delle forze con il risultato di una malsana ed incontrollabile violenza. La democrazia, quella vera? …. Ma esiste democrazia veramente? Comincio a dubitarne. Alcuni esperimenti sociologici attuali sono interessanti…la comicità di piazza, il tecnicismo al governo, il civismo, la metamorfosi dei partiti che vogliono cambiare rimanendo se stessi, come “camaleonti del consenso”. Ma chiunque, una volta al potere, non verrebbe forse contagiato. Immagini che squallore: la medicina che viene annacquata dal morbo. Un virus che prende le sembianze della cura. Per non parlare degli esiti che ci dovremmo poi sorbire. Immagini un comico arrogante per colpa del potere: sarebbe uno spettacolo tristissimo. Come resistere quindi agli effetti collaterali del Potere? Come sopravvivere al contagio ? Lo chiedo a Lei Presidente, perchè ha vissuto abbastanza per abbozzare una risposta. Lei non dovrebbe tutelare la Costituzione. Non solo quantomeno. Essa, in questa Italia, è quasi un testo comico se letto alla luce dei fatti quotidiani. Lei dovrebbe rigenerare gli italiani, ridarci la fierezza che forse pochi dei nostri hanno avuto. La imploro, faccia tutto ciò che Le è possibile prima che sia troppo tardi. Spero in una Sua non tardiva risposta. Con l’italiana speranza che mi resta La saluto. Con stima. Michele Casella

L’altra metà del cielo

Oggi sono qui con le mie bambine. Mi stanno attorno come dei satelliti. Chi mi chide la ricarica del cellulare, chi vuole ricordarmi che devo riconsegnare un libro in biblioteca, chi ride contagiandomi per una canzone di Ramazzotti, chi sta distruggendo tutti i Topolini collezionati in casa mentre un’altra gli urla dietro minacciando ritorsioni terribili…. e la piccola, nel pancione, scalcia reclamando un po’ di silenzio. Le donne sono l’altra metà del cielo…un cielo pieno di stelle!

Omaggio alla notte

Caro Diario, mi devo laureare, Due esami, poi ho finito. Mi resta solo la notte per studiare, per espletare questa missione, per far felice mamma e papà, e non pagare più le tasse universitarie. Ma alla notte il mio pensiero migra e smetto quasi subito i panni del diligente scolaro padre di famiglia. Ricordo ancora quel senso di vuoto in riempimento che provavo da ragazzino nello scriver poesie, di notte, a casa mia, in un silenzio incommensurabile. Di notte, oggi com allora, quella sensazione, quella potenza creatrice torna a farmi compagnia. E non studio. Vedo le parole sui libri, le immagini ma le faccio mie solo fisicamente. La mia anima è altrove, migra alla ricerca di ciò che trova. É alle pendici del mondo, in attesa del Re, è nella fantasia solcando le sue onde, è nei rimpianti e nelle speranze, tra le pieghe delle occasion e delle beffe. Tutta la notte, in attesa di crollare dal sonno, tra Chre’tien De Troyes e lo Sponsus. L’odore del caffè è il mio ormeggio, inutile. Ormai solco deciso, anche stanotte, la paranoia del cazzeggio, scrivo poesie e non studio……………..

Dio non esiste, Dio c’è

Il tema, il protagonista è Dio. E lo presento con una mia breve, spero intensa, testimonianza. Si, testimoniando, come ad un processo di un latitante. Lo faccio perché a volte vanno puntati i piedi. Assolutamente mai per opporsi a qualcuno. Non sono venuto certo a salvare o condannare nessuno. I piedi vanno puntati per evitare di farsi inglobare dal magma informe della consuetudine. Il dubbio, uno dei miei diletti più grandi, quando sposa la consuetudine, diventa devastante, diventa noia. Tutto qua. Il titolo è impegnativo e merita una trattazione decisamente più articolata. Magari non in un blog di campagna. Che mi frega! Alla fine lo scrivo per me.
In questi mesi molti miei amici, conoscenti, sono stati investiti dalla crisi della consuetudine ed iniziano a vivere i punti forgianti dell’esistenza con la stessa passione con cui si affronta una minestrina riscaldata. “Ma Dio esiste….?”. “La Fede come la viviamo è un inganno ?”. Cominciano a farmi domande, ad inviarmi documenti “segreti”…. vogliono verificare la solidità delle mie certezze e la veridicità della mia Scelta ( la “S” maiuscola non è casuale ). E temo che la cosa che desiderano sia la mia caduta. Poi ci sono quelli con buone intenzioni, i più pericolosi. Tutti ad osservare, con un periscopio, immersi nell’idea crescente che credere, l’aver fede, sia una sciocca abitudine nata da una tradizione, da un insegnamento malato impartito arbitrariamente nelle parrocchie, una dottrina imposta perché è mancata un’alternativa. Se si vive questo…….. Meglio un ateo libero che un credente schiavo della consuetudine, della non scelta, schiavo delle alternative mancate. Meglio un senza dio che un fedele per noia. Sgomberato il campo, arriviamo al “dunque” del post. Dio non esiste.. Dio c’è. Non è una contraddizione. No, non lo è. L’esistere è altrove. L’esistenza può essere supposta, raccontata, dimostrata, ma non toccata. L’esistenza è la figlia non nata di una domanda. È qualcosa di intellettuale. Quindi Dio non può esistere. A che cosa mi serve sapere che esiste l’America se non la potrò mai vivere, sfrecciare con la mia vecchia moto sulla Route 66, visitare la Grande Mela, fare il bagno nel Pacifico…..a cosa serve sapere che esiste tutto questo, se non può essere mio?
Invece Dio c’è, c’è perché è dentro di me, perché è la mia forza. Ed io ci sono e la mia forza mi fa scrivere. Non è un qualcosa piazzato altrove, è vivo come lo sono io, non è né apparenza né finzione. É silenzio che diventa parola, è un imperfezione che riesce a sorgere a luce, è un Senso a tutti i sensi del mondo. Come dirlo, come convincere qualcuno che l’America esiste se non crede che possa esistere o non vuole crederlo e se per crederlo deve toccarla? C’è da attendere solo che Dio faccia visita, venga ad abitare con l’uomo. La fede è un dono fatto ad una persona un dono fatto da Dio ad un “amico”. Se un uomo non l’ha ricevuto, significa che non è ancor giunto il momento della festa e non si sono fatte le presentazioni. Oppure alla festa non ha voluto andarci…troppo noiose le feste…. .Pace per tutti, per chi questo dono lo ha, per chi l’ha avuto e per chi non ce l’avrà mai. É così. L’incontro con l’assoluto è fatto di occasioni. Speriamo che la prossima coincidenza sia quella giusta. E se a qualcuno sono cadute le cataratte della schiavitù della fede ed ora sta meglio, sono felice per lui. Gli auguro coerenza, perché è difficile essere coerenti. Gli auguro anche felicità. E per chi crede di non aver bisogno di Salvezza, buona fortuna! Bene! Ho finito il mio sermone. Ma non voglio fare nessuna battaglia di evangelizzazione. Ed allora…perché pensarlo, perché scriverlo. Ho le palle piene di chi mi vomita addosso le proprie crisi mistico-esistenziali, con prove, argomenti dettagliati ed inoppugnabili…….. Non ho bisogno dei dubbi altrui. Per sbagliare bastano i miei. Il dubbio mi accompagna per crescere nella prudenza, nell’indagine. La fede, il mio rapporto con un Dio che sento fermamente mio, da cui mi sento amato e salvato prima che io possa fare qualsiasi cazzata, è un dono che non ha prezzo e si pone su un altro livello, non speculativo, non emotivo. Un livello che non parla la lingua degli uomini. This is my way… sia chiaro che ogni strada è buona, basta camminare….io sulla mia, ognuno sulla propria.
Ad ognuno la sua …. con l’augurio di ritrovarsi un giorno, tutti insieme, alle pendici del Grand Canyon, dopo una giornata in moto, stanchi e sudati, ma felici perché quello spettacolo non solo esiste, ma c’è.

Pulizie Pasquali

Sto invecchiando. Ma con orgoglio. I ricordi mi assalgono e si impadroniscono di me. É il tempo che ritorna, come fosse una ruota. A pasqua mia mamma, energica e spezzante del pericolo, ribaltava da cima a fondo la casa. Andava fatta pulizia. Oggi la devo fare interiormente. Il “fuori” mi interessa poco. Dove vado, che senso ha preso la mia vita, ha un “Senso” quello che faccio? Pulizie, ordine…..riscoprire ricordi sepolti da sempre, il triduo pasquale che da bambino mi immergeva nel sacro, io, vicecapochierichetti, al seguito della croce con un ferreo protocollo da seguire. Le corse in bicicletta al mattino, il primo giorno di vacanza ( a natale non era possibile, troppo ghiaccio) con i moscerini che si infilavano negli occhi. I giorni della gioventù, una fame incredibile, di tutto ciò che umanamente è consumabile. La moto, la mia vespa 50, le sere dopo le funzioni a raggiungere il mondo che mi aspettava con il suo “sacro vuoto” da donarmi. Le prime cotte, i primi amori, la nostalgia di quel magone allo stomaco che non mi faceva dormire. La famiglia, gli impegni, la luce rarefatta sul mio primo divano con mia moglie. Le bambine, vestite come bombole il giorno di pasqua. Le mangiate il lunedì successivo, il “bassocorporale” delle scampagnate, il dolore ai polpacci inflittomi della bicicletta e la voglia inspiegabile di continuare perché era una pasqua meno. Le attese per le “risposte”, cercate sempre altrove, il grigio del dubbio, il grigio della polvere, che si accumula negli stanzini dell’anima. Alla fine la mamma che mi sgridava perché rovinavo, con le mie zampe da cucciolo forsennato, l’opera di contenimento entropico che la mia mamma, con tutte le forze, riusciva a portare a termine. Pulizia. Pulizia. Pulizia.

Diceria dell’untore

a volte ritornano. Sto parlando dei déjà vu. Oggi, prima di cena, il mio demone mi ha imposto di uscire, ed ho visto il tramonto. Assoluto. E vedendolo, ho rivissuto una situazione, di tanti anni. E tra le mani della memoria si è materializzato un libro. Il libro “Dicerie dell’untore”. Sparito dopo pochi secondi.
Problemi della bicamerale memoria, non lo so. Forse il ripetersi eterno del tempo? Forse. Ma Gesualdo Bufalino. ha la risposta. Io stasera, nel mio giardino, ho avuto l’illuminazione. Il ritorno del tempo. Stasera Proust “per” cena.

STOPPA LA TRATTA….LIBERA LA VITA

Dedicato a te cliente, che non sei abbastanza uomo per conquistarti una donna senza pagarla.
Per te , padre di famiglia, che cerchi svago, e quando sei con lei non pensi che potrebbe avere l’età di tua figlia.
Dedicato a voi ben pensanti, che volete la pulizia delle strade a casa vostra e poi andate in “tour“ fuori provincia
Per te , che ti hanno convinta che sei un oggetto, che devi produrre, che sei qualcosa attorno ad organo genitale….. liberati.
Per te, che sfrutti tua sorella, la tua amica ingannata, perché non sei abbastanza uomo per essere onesto.
Per te, che credi nell’idea della libertà e poi la confondi con la schiavitù.
Per te che credi che il lavoro più antico al mondo sia intoccabile.
Per te che non hai capito che la donna è straordinaria, perché si dona e perché non ha prezzo.
Dedicato a te cliente, che poi, una volta beccato, non hai il coraggio delle tue azioni, e ti uccidi.
Per quelli che per risolvere il problema vogliono aprire i quartieri dedicati al meretricio, lontano da casa loro….
Per te cliente che stufo dalla “routine”, cerchi le bambine…………….
Per te politico che vuoi liberare i marciapiedi e non le schiave del sesso.
Per te, ragazza straniera, soggiogata, che hai paura, scappa …. sei più preziosa di qualsiasi moneta.
Per te che credi che sia un lavoro come gli altri…….provalo.
Per te che credi nella dignità, nell’amore, nel piacere condiviso, nel sano orgasmo della giustizia:
gridalo forte…. STOP ALLA TRATTA…LIBERA LA VITA
8 MARZO, alle 20.30, A VERONA AL TEMPIO VOTIVO, DI FRONTE ALLA STAZIONE FERROVIARIA. NON MANCARE…IL NOSTRO SILENZIO È COMPLICE.