michele casella

Diario minimo

Buona notte mondo

Caro Diario, sono stanco. Stasera sento le ore addosso. Mi fanno male. Le coincidenze, le corse, i pensieri che arrivano prima di me e non mi aspettano. Sono punti da collegare. Tutto è così veloce. Mi sento vecchio senza autorizzazione. Aspetto il momento ma non ci sono pause. Passerà…. vagavo per i campi del Tennessee, come c’ero arrivato chissà……Aspetto un segnale, ma mi addormento. E la tela del ragno mi avvolge, come una carezza, come una coperta. Buonanotte mondo, buonanotte monetina.

Le stagioni dell’eccesso

Oggi mi faccio rapire un po’ dalla malinconia. Sono giustificato: ho iniziato la dieta e la neve ha fatto la sua comparsa ridicola. Il nostro piccolo ma intenso carnevale è saltato. Nel gran varietà di questi giorni mi sono permesso però il lusso di disquisire sull’eccesso. Ed ho convenuto che l’eccesso è magnifico. È un condimento di ogni stagioni della vita in modo inevitabile, e se non ci fosse saremmo risucchiati dalla banalità, dagli ordini, dalla solitudine. L’eccesso ha quel grip che ti fa scattare, senza una meta e ti fa volare. Con lui nascono gli imprevisti, che non sempre possono risolversi con gli “interruttori”. Quando ti prepari al decollo devi anche saper atterrare. Spesso , a molti, a tanti miei amici, il carrello non si è aperto, e il contatto a terra è stato un disastro. Alcuni vivi, altri morti. Dell’atterraggio, ognuno, deve impararne l’arte. L’eccesso può starci, è doveroso, ma ha una sua “misura”. E le lezioni per atterrare vanno fatte prima di slacciarci da terra per volare. Altrimenti diventiamo angeli per forza e non per amore.
A tutti quelli che hanno cavalcato l’eccesso e non sono mai atterrati dedico una canzone. A presto.

Lo Spingitore di Cavalieri

Cosa spinge un cavaliere a sfidare un drago? Non altri cavalieri, capiamoci, umani come lui, ma un essere che lo può incenerire in un solo momento, con un rutto.
Sto cercando il mio spingitore di cavaliere, quello che mi da l’incoscienza, la sfrontatezza di affrontare i miei draghi, che mi sostenga nella determinazione ad essere arso vivo. Accetto suggerimenti. Vulvia aiutami tu.

Fin che la Barca Va….


Il fatto di cronaca che ci tiene incollati ai tg in queste settimane è il disastro della nave da crociera Concordia. La sorte è veramente incredibile, ed incredibile è l’ironia con cui si fa beffa di noi. Il terribile naufragio della Concordia è la parodia della situazione del nostro Paese, senza neanche troppe forzature. La concordia è naufragata da tempo … lo si può dedurre dalle relazioni critiche tra alleati, tra partiti un tempo al governo e all’interno stesso dei partiti. Stiamo assistendo ad una lotta fratricida. Il naufragio della Concordia, il naufragio della Pax.
Schettino, sempre se confermate le accuse nei suoi confronti, rappresenta la classe politica in tutto per tutto. L’abbandono della nave mentre affonda è una pressi consueta di molti parlamentari che pur di salvaguardare il loro posto nella “scialuppa parlamentare”, abbandonano facilmente la nave, il partito, in avaria. Altro dogma in questo parallelismo fantasioso: sul ponte di comando c’era una donna oppure no? Mistero! Era l’amante di Schettino? Cosa ci faceva lì? Ma esiste questa donna oppure no? Una montatura della stampa? Il capitano, la guida, caduto per una donna ……Corsi e ricorsi storici. Ed intanto la barca si muove, affonda e l’inabissamento della “concordia” rischia di creare un disastro sociale di grandi proporzioni. Stiamo naufragando, come paese, e dalla “Costa” non arrivano soccorsi, tutti si smarcano. Corsi e Ricorsi. Per evitare naufragi, le insidie della navigazione e gli inchini che possono essere fatali, forse è meglio starsene sui “Monti”. Corsi e ricorsi.

Nebbia in Padania

Devo confidarvi che in questi giorni sto attraversando una delle mie più grandi disillusioni. Non a causa del lattiginoso velo che sta coprendo la nostra pianura. Sono affranto, sono distrutto, sono disorientato. E la colpa è della Lega, la Lega Nord per essere chiari. Devo riconoscere che non digerisco bene la ruvidità della loro comunicazione, grossolana, a volte demagogica, senza prospettiva. Ma devo ammettere che hanno le idee chiare. Poche, ma ce le hanno. E questo negli anni scorsi è stato premiato. Non mi piace neppure questo folclore celtico tra ampolle e salsicce, tra dialetti disparati e turpiloquio, rigorosamente in Italiano, per farsi capire da tutti . Ma su certe cose, su certi temi caldi, devo ammettere che incontravano la mia approvazione: il federalismo, la salvaguardia delle identità locali, la questione morale ( concetto della sinistra che la Lega ha tradotto nello slang da Bar in modo efficace e diretto ). Bene. Sono distrutto perché anche la Lega si è venduta. Si è venduta all’opportunità, per i propri interessi. Che cosa mai avrà promesso Silvio ad Umberto affinché venisse salvato il culo di Cosentino? La risposta a questa domanda non ci riporta nella Prima Repubblica, tanto odiata dal giovane Umberto: ci scaraventa invece negli intrighi del Senato Romano, di quella Roma imperale, Caput Mundi, di duemila anni fa, morta soffocata dalla corruzione e spazzata via dai barbari “padani”. Che tristezza. La dignità della Lega svenduta per salvare un “terrone”, forse camorrista. La storia non finisce mai di sorprendere. Mi auguro che quei Leghisti, persone per bene che conosco e che amano la loro terra, difendano almeno la loro dignità e lascino il vecchio Umberto ai suoi deliri. Faccio questo appello ai leghisti: farete la fine della Democrazia Cristiana, con la differenza che loro erano corrotti, voi sarete pure ipocriti. Il povero Umberto va a dire che la Lega non è forcaiola! L’Umberto furioso ha perso la memoria. Il cappio in parlamento ce lo ricordiamo tutti. Speriamo che qualcuno, tra i leghisti, abbia i “Maroni” per distinguersi, per essere “leghisti veramente”. Nel frattempo avanziamo nella nebbia con prudenza con il motto più padano di sempre: a Cosentino, ai ladroni romani, a tutti…..”andè in mona!”

Attacco al Natale

Ci siamo. Questo pezzo l’ho scritto il 25 dicembre, poi non me la sono sentita di postarlo. Anzi, mi sono ripromesso di starmene lontano dalla rete e da tutti i suoi tranelli per un paio di giorni. Ce l’ho fatta. Ora però va reso l’onore delle armi alla mia discutibile vena creativa. Di che cosa parliamo in questo pacioccoso periodo festivo: parliamo del Natale. Sì, parliamo però della messa in scena ridicola, della farsa che rischia di diventare questa festa; una contraddizione per la quale urge una venuta istantanea del Salvatore. Cominciamo con la vigilia. Il preludio delle buone intenzioni. La location è casa mia. La mia casa-famiglia ha due tipologie di accoglienze: gli umani e i gatti. Ne abbiamo di quest’ultimi una grande varietà. Abbiamo il gatto a tre gambe, lo schizofrenico che si schianta contro i muri, quello dagli occhioni continuamente lacrimanti e pieni di pus. Bene. Alla vigilia di Natale, una signora viene a consegnarci i vestiario della suocera appena morta, raccolto disordinatamente in grossi sacchi neri. Ha liberato una stanza facendola passare per un opera buona. Una delle più frequenti ipocrisie. Noi sorridenti l’abbiamo accolta perchè così va fatto. Una sorta di misericordia preventiva che fa vivere il mistero dell’espiazione. Poi, una volta scaricato il campionario di stracci della povera nonna, la signora sciantosa e con una tinta ai capelli che gridava vendetta al cospetto di Dio, con gli occhi dolci, mi guarda e mi dice: “per questo Natale ho pensato a voi, ho voluto farvi un piccolo gesto…ma non ditelo a nessuno. Ho comprato delle crocchette….per voi!”. Poi mi guarda sorridente ed io un po’ inebetito non capivo come queste si potevano cucinare per le persone con le quali condivido la vita, condivido il Natale. Poi rinsavito, ho colto che le aveva comprate per i gattini. Buon Natale, maledetti felini che scroccate a tradimento. La signora se ne è andata e noi accolti i micini vicino a casa ce li siamo mangiati. Buon Natale bestiacce……Alla sera il Gran Varietà religioso: veglia di Natale. Bella…il momento in cui si celebra l’incarnazione di Dio. Peccato che a Natale si debba andare a messa 45 minuti prima. Sfilata di pellicce ( di gatto …. ?), acconciature da 45 – 65 euro, vestiario caro e vario, ed una presenza inutile, di rappresentanza della maggior parte dei partecipanti, che non vedrò più sino a Pasqua. “Non devi giudicare Michele, dai, fai il bravo…. un occasione la si dà a tutti, il dottore cerca i malati ….”. Certo mi scuso con i cosiddetti “Natalini” ( questa specie animale che diventa cristiana solo alla vigilia di Natale come un dolcetto tipico veronese che si fa solo a Natale ) per la mi arroganza, per il mio giudizio. Mi scuso veramente e sinceramente. A volte non riesco a controllare l’indignazione. Finita la serata spengo il cellulare, per sicurezza….. Al mattino lo accendo: 114 messaggi. 25 minuti per leggerli e rispondere. Va bene, ci sta anche questo. Poi inizia il tour dei parenti, baci e abbracci, Poi il tour degli amici, anche lì baci e abbracci più o meno sinceri. Colgo l’occasione per ringraziare vivamente chi mi odia, perchè a Natale è stato coerente e non mi ha fatto gli auguri. Un grazie di cuore. Finita la serata arriviamo a casa, con le mie bambine, stretti in 5 su un divanetto da tre. E lì, guardando un filmetto di Natale, penso a quando ero bambino, all’albero che faceva la mia mamma, un campionario di cattivo gusto ma fatto con il cuore. Penso al presepe con le lucette che sfavillavano nella grotta , quasi ci fosse uno sbarco alieno a Betlemme. Ricordo la messa di Natale, con i soliti, non perchè eravamo in pochi, ma perchè c’eravamo tutti…… Poi guardo le mie bambine, guardo mia moglie distrutta dalla fatica Natalizia. La guardo mentre allatta. Vedo il Natale, nella nostra piccola casa. Mia figlia che mi chiede di Gesù … “in fondo è il suo compleanno” mi rimprovera!. La più grande, l’adolescente, non contesta; ascolta e pensa esercitandosi nell’arte del silenzio. Io respiro come un bue, devo digerire il pranzo e questo fa molta atmosfera. E Sosina dorme …. come tutti gli altri giorni. Buon Natale, buon tutto a tutti. Vieni Gesù, vieni presto, non ti fermare in giro ad abbuffarti di pandoro o di panettone, dipende dalle scuole di pensiero, vieni e salvaci. Vieni, vieni presto, non farti fregare anche quest’anno da quel ciccione kitch di Babbo Natale. Vieni per restarci. Vieni presto oppure ti veniamo a prendere noi….Come diceva una vecchia pubblicità, o forse qualcos’altro: “o è Natale tutti i giorni o non è Natale mai”. Domani mando un po’ di crocchette a Lele Mora, crepi l’avarizia, in fondo è Natale anche per lui.

Il bilancio di una persona

Sto vivendo in questo periodo una sensazione strana. Affondo per la prima volta nell’esperienza “terribile “, soprattutto di questi tempi, del bilancio comunale di previsione. La realizzazione di un bilancio non è cosa semplice. Prima va previsto l’imprevedibile, e di questi tempi, ogni 15 giorni c’è una manovra correttiva che complica le cose, è veramente arduo trovare la cosiddetta “quadra del cerchio”. Ma non voglio assillare nessuno con le pene del giovane amministratore. Voglio compartecipare un’emozione che mi sta creando disagio. Dietro ad un bilancio ci stanno delle persone. Alcuni mi potrebbero correggere… si dice cittadini. Certo, è una sfumatura di una prospettiva. I cittadini sono comunque sempre persone. Mi stordisce l’idea che su un foglio di carta con dei capitoli e delle cifre e con un obiettivo, che è quello di ridurre il risultato finale del taglio previsto ( o imposto ), ci siano delle persone, come me i miei cari, lo sconosciuto che mi ha mandato al paese stamattina perchè andavo troppo piano con il mio furgone, la nonnina che spingeva un passeggino oggi al mercato quasi sostenendosi grazie al mezzo di locomozione del nipotino. Dietro al bilancio ci stanno i giovani che ridevano al semaforo parlando dei loro progetti, delle piccole grandi pene d’amore, con loro ci stanno i bambini che stamattina ho visto andare a scuola imbacuccati ed assonnati. Dietro al bilancio, con i suoi numeri e i suoi equilibri, sta il mio paese. Cifre e persone, numeri e vita, così diverse eppur così legate. Questo mi da alla testa. Un po’ di musica maestro.

Caro Diario……

Caro Diario

questa sera mi sto perdendo nell’inatteso e nel deludente. Guardo la tv con l’avidità di un obeso in dieta, e cerco notizie su Mario Monti. Ma chi è ‘sto Mario Monti? Il salvatore della Patria? Speriamo. Mi guardo attorno ed ho una figlia che è una donna ormai ed un’altra che ha 8 mesi. E nel frattempo cosa è successo? É venerdì sera e mi fa compagnia, alle 23.16 un bicchiere di Pampero, lo spirito di Minà, e il mia modesta tastiera, sulla quale posso recitare qualsiasi parte. Tra un po’ faccio la doccia e poi provo a morir di sonno ……..

L’insostenibile leggerezza di Silvio

In questi giorni stiamo assistendo ad una rappresentazione teatrale della cronaca italiana conforme alla tragedia greca. Il nostro eroe, tradito dalla sua schiera di ottimati, si avvia lentamente all’estremo sacrificio. Nella solitudine e nella tragicità della condizione umana. Che bello se fosse del tutto vera questa descrizione della scena. Non è così. In realtà il nostro eroe sa farcire abilmente la tragedia con la macchietta da commedia erotica degli anni 70. Ricordate Banfi, la Fenech, Alvaro Vitali. Il nostro Silvio è capace di compendiare tutte le sfumature dell’umanità nella sua persona. La tragicità personale della sua condizione, e purtroppo anche della nostra, si amalgama amabilmente con “forza gnocca” e con sbalorditive affermazioni di negazione della realtà “istituzionale”, le solite dissertazioni da “bar sport” per capirci, soprattutto in merito alla frequentazione dei ristoranti da parte degli italiani. Povero Silvio vittima della sua stessa leggerezza …. speriamo che non finisca soffocato da una grassa risata o da uno scorreggia. Siamo alle comiche finali disse un “suo” vecchio amico. E se deve cadere, speriamo non si faccia male.

Nessuna nuova, Buona nuova

Ieri sera sono stato ad un incontro sulla dottrina sociale della chiesa ed economia. La domanda che doveva dare il via alla trattazione della serata era epocale: ”L’economia centrale per l’uomo o l’uomo al centro dell’economia”. Relatori validi, capaci. Ma alla fine non ho capito una cosa…. La dottrina sociale della chiesa… Ma cosa c’entra? Questo è il punto: o si parla della dottrina della chiesa cattolica e si parte da un modello chiaro di idea di uomo e di economia o si parla di economia ricordandoci che a volte si può, se siamo nel pantano più limaccioso, invocare il cristianesimo, o meglio, qualche santo a cui votarci. Ci sono sentieri che portano per forza al guado.
La serata l’ho trovata piacevole nei contenuti, confusa nel percorso, pesante nell’analisi, avvilente nelle proposte. Certo, parlare di crisi oggi è come lamentarsi del fatto che l’acqua del mare è salata. Scontato. Ne parlano tutti. Fiumi di parole, che circostanziano, approfondiscono, diradano e confondono. Senza uno scatto, senza un briciolo di orgoglio. Ci restano soltanto i sorrisetti di Sarkosy e della Merkel. Avranno ragione…. ma siamo e rimaniamo, che ci piaccia o no, italiani e per questo meritiamo rispetto. Sto delirando……
La confusione mi sta così rimescolando che comincio ad aver tutto chiaro. Alla prossima