Ai confini della realtà
di michelecasella
Mi sono preso dei giorni per prepararmi alla “sufficienza” del mio penultimo esame universitario. Caldo da morire, sudore e canti trobadorici, sfinimento e leggi applicate della grammatica generativa. Dopo un primo round estenuante, esco dalla biblioteca cerco un angolo ombroso per riassestarmi. Accendo il mio sigaro e penso al casino in cui ho lasciato la mia famiglia, che porta avanti la baracca per permettermi di studiare ( per inciso un grazie di cuore ). Sono lì disteso da cinque minuti che sbuffo fumo ansimante ed un giovane scapigliato, cogli occhi fuori dalle orbite, in preda ad un delirio post sovraesposizione da condizionamento d’aria ( fatale in questi giorni ) senza chiedermi nulla si accascia accanto a me ed inizia a parlare.
“ Lo sa che non esistono religioni ma esiste solo Dio”. Lo fisso aspettandomi la battuta o cercando di capire se lo conosco ma però non lo riconosco. “Anzi… esistono più divinità in virtù della multiformità dell’uomo…..” e mi mitraglia con una serie di citazioni di filosofi sconosciuti, circoli pseudoesoterici e siti web anti-cristiani. Lo lascio scaricare, probabilmente è stato confuso dai miei emaciati sandali francescani e dalla mia barba canuta, per non parlare della mia panza assolutamente clericale. Mosso da sincero spirito fraterno aspetto che finisca per riorganizzare le idee ed avviarmi ad un pacifico e costruttivo confronto, senza alcuna pretesa, senza nessuna voglia di disvelare alcuna verità…. Le mie buone intenzioni si stanno mobilitando per farmi parlare quando il giovane, guardandosi di soppiatto attorno, mi bisbiglia…”In realtà io sono un cacciatore di divinità, ci stiamo preparando per sovvertire l’ordine mondiale, imposto dalle falsità dei padri della chiesa e dalle strutture che nei secoli hanno messo in piedi per soggiogare l’individuo e il politeismo vera natura cosmica…..”. Questo è troppo. Faccio l’ultimo tiro, tanto che la brace del mio sigaro diventa un faro, e prima che tiri fuori dal suo zainetto qualcosa, emetto il verbo. “ Giovane uomo, la fortuna oggi ti ha baciato in fronte….sono il Dio MÜR, del regno di Wondogenet e vengo dall’oltretomba per il concistoro, attendevo il messaggero…ora sei qui, dimmi dove e dimmi quando, affinché la nostra epifania si possa compiere”. Il giovane mi fissa sbalordito. Ha inteso che sono pazzo. Io lo fisso ancora con gli occhi spalancati. Devo averlo impressionato, perché si alza come se fosse stato seduto su un serpente a sonagli. ”Devo andare, ho l’esame di filosofia teoretica venerdì, mi scusi, la saluto….” Visto in piedi noto che è così magro che non ha nemmeno il culo. Si gira spaesato e mi chiede ”scusi, come ha detto che si chiama?”….”MÜR, Dio MÜR….”. E gli sorrido mefistofelico. Se ne va. Anche oggi ho fatto la mia buona azione.